Le lagune del Veneto Orientale - 2004

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Il reticolo di fiumi e lagune che tra le foci della Livenza e del Tagliamento disegna l’intero Veneto Orientale, ha favorito unoriginale intreccio tra la conservazione di ambienti straordinari,densi di qualità naturali e l’evoluzione storica delle culturelocali. Dall’inizio, dallo stabilirsi delle prime popolazioni in questiluoghi e nel susseguirsi delle colonizzazioni antiche sino ai nostrigiorni, questa è terra in continua trasformazione, regione incui la presenza attiva dell’uomo ha codificato, attraverso unainfinità di gesti quotidiani e con grandiose opere di governodelle acque e della terra, la regola della convivenza con la Naturacome legge basilare su cui fondare ed evolvere la civiltà anfibiache si è dipanata lungo tutta la costa della provincia di Venezia,sino all’Adige e, più oltre, al Po.

Una civiltà che potremmo definire del perenne adattamento,dagli equilibri complessi e fragili, animata da una culturasimbiotica con l’ambiente che ha consentito espressioni di ingegnoe tecniche della sopravvivenza ancora insuperate e cheoggi esige, per essere saggiamente tutelata, una cultura del governodel territorio altrettanto raffinata e complessa.Qui c’è una Storia speciale nata dalla frequentazione con i
luoghi incerti – paludi interne, valli e lagune – che ha distillato,dalla instabilità e dalla variabilità dei tradizionali confini fraterra e acqua, una visione del mondo, delle relazioni e del lavoro assolutamente inedita e ancora scarsamente percepita e conosciuta. Una cultura
messa in crisi oggi da un’idea di sviluppo pericolosa, che sta omologando l’intera regioneimponendo, nell’interno, interminabili periferie urbane fatte di capannoni industriali,centri commerciali e, nelle zone balneari, alberghi e darsene, travolgendopaesaggi e ambienti originali.

Questa pubblicazione, che del sistema lagunare veneziano prende appunto in esamela parte più a nord, ricadente nei Comuni di Caorle e San Michele al Tagliamento,attigua al bacino alluvionale del Tagliamento e conclusa dai dossi della Livenza, èun ulteriore tassello per conoscere, per imparare a osservare (e vedere) quali varietà ericchezze ambientali, quali mondi e quali equilibri la presenza dell’uomo ha saputotessere, in un rapporto costante, e a volte insopportabilmente duro, con tutto ciò chelo circondava: fiumi, praterie vallive, slarghi d’acqua entroboschi, lagune, dune, prati,coltivi e paludi.

Qui, in questo ambiente così complesso e permanentemente trasformato dallasua instabilità, si conclude un’altra tappa di quel viaggio che avevamo cominciatodalle foci del Tagliamento, per continuare lungo i fiumi Lemene e Reghena, documentandodelle realtà, anche in questi casi, originali e degne d’essere sottratte aquell’altra trasformazione, quella di questi ultimi decenni che, fra l’urbanizzazioneselvaggia, la rapina del territorio e la riduzione dei luoghi a siti anonimi, sta cancellandola nostra identità regionale.

Pubblicazioni e proposte che si completano a vicenda, che consentono allo sguardoattento di chi vuole conoscere veramente il proprio territorio o del viaggiatore chevuole capirne il carattere essenziale, di poter contare su informazioni rigorose per serietàscientifica, tuttavia raccontate in modo semplice e affascinante.Non è una promozione rivolta al turismo ambientale quella che stiamo delineandocon l’insieme delle attività promosse nel Veneto Orientale. Non intendiamo neppurelimitarci a descrivere quanto di straordinario là esiste o elencare quanto è meritevoled’essere tutelato e salvato: vorremmo piuttosto creare le condizioni perché tutti,gli abitanti di questi luoghi straordinari e chi li visita, possano immaginare epraticare un modello di sviluppo fortemente legato allo straordinario capitale naturaledi cui ancora dispongono, alla sua tutela attiva e a un recupero, non museale népuramente commerciale, delle qualità e tradizioni locali che secoli di storia hanno
addensato intorno a queste comunità.

Ci piacerebbe che i legislatori regionali che stanno da anni lavorando attorno alPALALVO, dopo aver compreso la fragilità e la bellezza del territorio, usassero questoLE LAGUNE DEL VENETO ORIENTALE10strumento urbanistico finalizzandolo alle ragioni per le quali i piani d’area sono statiinventati: la tutela di ambienti naturali significativi. Purtroppo il PALALVO, invece,sta diventando una nuova colata di cemento nei centri residenziali turistici e lo stravolgimentodegli spazi d’acqua lagunari a uso esclusivo di ricchi diportisti, compromettendo
di fatto quel patrimonio di natura e di cultura che dovrebbe costituire laragione prima dell’attrazione verso queste aree.Vorremmo, infine, rendere praticabile con la divulgazione delle conoscenze e gliatti concreti della Provincia di Venezia, un modello di sviluppo sostenibile, dimostrarecome esso possa mantenere intatto il moto della perenne trasformazione diqueste aree senza tradirne il secolare equilibrio con la Natura e come da esso possaderivare la continuità sostanziale di quei comportamenti umani, culturali e socialiche per secoli hannocontribuito a fare del Veneto Orientale uno dei luoghi più originalidell’intera regione.
Ezio Da Villa  -  Assessore Politiche Ambientali 2005-2009

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